COS’È L’ECONOMIA SOSTENIBILE
Essendo una iniziativa che origina dalla società civile, l’economia sostenibile (o solidale, o sociale…) non è normata da leggi, ed è frutto di contesti e radici diversi, ma accomunati da un obiettivo: subordinare l’attività economica a criteri di rispetto e risanamento della società umana e dell’ambiente naturale. Proprio tale differenza di percorsi ma coerenza di valori, unita agli evidenti problemi (aumento disuguaglianze sociali e insostenibilità ambientale) causati da un’economia e da una crescita che si pretende senza limiti, ha reso necessaria e favorito la diffusione di un’economia orientata al “bene comune” piuttosto che alla massimizzazione del profitto individuale ed immediato.
Con “Economia sostenibile” si intende un modello economico che mette al centro del proprio operare le persone, l’ambiente, la qualità della vita, cercando di coniugare sviluppo con equità, occupazione con solidarietà, risparmio con qualità. Finanza etica, Cooperazione sociale, Gruppi di acquisto, Commercio Equo e Solidale, Agricoltura biologica/biodinamica, riciclo/riuso, risparmio energetico, prodotti a Km. zero, valorizzazione del territorio, delle comunità, della biodiversità… La famiglia dell’economia sostenibile cresce e si arricchisce continuamente, dato che i suoi principi possono essere applicati ad ogni attività umana.
A differenza di altri settori produttivi (per esempio l’agricola biologica), l’economia sostenibile non è regolata da leggi europee o nazionali vincolanti. Mentre la misurazione dei residui chimici è oggettivamente misurabile, e i metodi di coltivazione sono standardizzati, nel caso dell’economia sostenibile alla condivisione dei principi e degli obiettivi possono corrispondere accenti diversi (e quindi anche aggettivi differenti: solidale, sociale, sostenibile, circolare, trasformativa, in transizione…), e principi – per esempio: il “fare rete”, il rapporto col territorio, il sostegno alle comunità locali, lo sviluppo umano… – misurabili e valutabili, ma con indicatori più qualitativi che quantitativi.
Ma ciò non significa che non siano chiarissimi i presupposti e gli obiettivi dell’Economia Sostenibile, e limpidi e condivisi i suoi principi e criteri. Ciò è dimostrato da una vastissima rete di studi, ricerche e documenti, sia di istituzioni (a partire da Nazioni Unite ed Unione Europea) che università e associazioni. Ma soprattutto da una diffusa presenza (anche in Italia) di reti, associazioni e coordinamenti, che sono i soggetti che hanno fatto e sviluppato l’Economia Sostenibile (o Solidale), e ne hanno identificato e codificato i principi ed i criteri, nonché organizzato le forme associative e di rappresentanza.
L’ECONOMIA SOLIDALE SECONDO LA “RETE ECONOMIA SOLIDALE ITALIANA” (RES)
I valori portanti dell’Economia Solidale sono (ognuno di essi è approfondito nel documento Le colonne dell’economia solidale):
- L’economia Solidale promuove i beni comuni
- L’economia Solidale è fondata sul rispetto della “Madre Terra” e sul “benvivere” di tutti
- L’economia Solidale propone modelli collaborativi
- L’economia Solidale si basa sulle relazioni
- L’economia Solidale promuove il legame con il territorio
- L’economia Solidale incorpora il senso del limite
- L’economia Solidale si sviluppa nelle reti
- L’economia Solidale è una trasformazione sociale
- L’economia Solidale difende i diritti
- L’economia Solidale ridimensiona il ruolo del mercato.
Fonti e approfondimenti: www.economiasolidale.net
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L’ECONOMIA SOLIDALE SECONDO LA LEGGE REGIONALE DELL’ EMILIA ROMAGNA
“Norme per la promozione e il sostegno dell’Economia Solidale” (L.R. 19/2014)
La Legge indica i seguenti criteri e fini dell’Economia Solidale:
- Sostegno all’economia locale e rapporto attivo con il territorio, per ricondurre il prodotto al suo luogo d’origine, restituire centralità ai produttori e valorizzare la qualità dei loro prodotti, difendere il paesaggio e i beni culturali come componenti essenziali per la qualità della vita delle comunità;
- Innovazione dei modelli relazionali, per far crescere la disponibilità dei soggetti economici e sociali a intraprendere percorsi condivisi, fondati sulla fiducia sostenuta dalla conoscenza, la cooperazione e la convivialità;
- Consumo critico consapevole e responsabile, per promuovere un percorso di transizione verso nuovi modelli economici socialmente e naturalmente sostenibili;
- Trasparenza, per rendere visibili e controllabili – sul piano sociale e ambientale – le decisioni e i comportamenti degli operatori economici, con particolare riguardo ai diritti dei lavoratori, dei consumatori, degli utenti dei servizi e degli altri portatori d’interesse;
- Equità e reciprocità, per riequilibrare le relazioni socioeconomiche in un’ottica Solidale (sia a livello locale che globale), al fine di riconoscere ai produttori e ai prestatori di servizi la giusta retribuzione per la propria attività e ai consumatori e agli utenti il diritto di essere informati correttamente sui prodotti e i servizi, sui processi di produzione, sulla formazione dei prezzi;
- Partecipazione democratica, per favorire il coinvolgimento e la corresponsabilità di tutti i soggetti economici e degli altri portatori d’interesse nelle sedi e nei momenti decisionali;
- “Buona occupazione”, per dare centralità al lavoro, superare la precarietà e promuovere i processi di inclusione sociale;
- Ecocompatibilità, intesa quale metodo con cui contribuire a ridurre l’impatto ambientale dei processi produttivi, distributivi e di smaltimento, promuovendo una migliore qualità della vita e tutelando la salute delle comunità;
- “Senso del limite (umano e naturale)”, per puntare a un’efficienza intesa come utilizzo sostenibile delle risorse, con il minor costo ambientale e sociale e con la massima efficacia possibili;
- Ricostruzione e consolidamento di relazioni di solidarietà e reciprocità tra cittadini.
Indica i seguenti ambiti e settori nei quali opera e si sviluppa l’Economia Solidale:
- Agricoltura contadina di prossimità;
- Produzione agricola e agroalimentare biologica e biodinamica;
- Filiera corta e garanzia della qualità alimentare;
- Tutela del paesaggio, del patrimonio naturale e della biodiversità;
- Commercio Equo e Solidale;
- Servizi comunitari e di prossimità;
- Edilizia sostenibile e bioedilizia;
- Risparmio energetico ed energie rinnovabili e sostenibili;
- Finanza etica, mutualistica e Solidale;
- Trasporto collettivo e mobilità sostenibile;
- Riuso e riciclo di materiali e beni;
- Sistemi di scambio locale;
- Software libero;
- Turismo responsabile e sostenibile;
- Consumo critico e responsabile;
- Banche del tempo.
Fonti a approfondimenti: demetra.regione.emilia-romagna.it
ULTERIORI APPROFONDIMENTI
Intercontinental network for the promotion of social solidarity economy: www.ripess.org
World Fair Trade Organization: wfto.com
Nel 2018 l’Unione Europea ha inaugurato un sito dedicato al Consumo Responsabile (www.consumerclassroom.eu/it/node), ed in una sua recente ricerca troverete scritto: “Negli ultimi decenni l’Economia Sociale non solo ha affermato la propria capacità di contribuire efficacemente alla soluzione di nuovi problemi sociali, ma ha anche (…) distribuito più equamente il reddito e la ricchezza, garantito la corrispondenza tra servizi offerti e domanda, valorizzato le attività economiche al servizio delle esigenze sociali, corretto gli squilibri del mercato del lavoro e, in breve, approfondito e rafforzato la democrazia economica”.